Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Documenti e pronunciamenti condanna dell'iconoclastia e ripristino del culto delle immagini |
---|
Contesto storico
Il cristianesimo non aveva una eredità artistica; il giudaismo,
da cui emanava, evitava la rappresentazione del sacro e del divino.
Lo
stesso ha fatto il cristianesimo primitivo paleocristiano, che invece
faceva ricorso ai simboli (pesce, ancora, agnello, ecc.).
Con il IV
secolo, sotto l'impulso dello spirito greco, i cristiani cominciarono a
decorare i luoghi di culto, e il passo successivo fu inevitabilmente la
rappresentazione del sacro.
In particolare, nella chiesa orientale le
immagini finirono per non avere solo una funzione decorativa, ma stavano
al centro della vita liturgica e col tempo attorno ad esse cominciò a
svilupparsi un vero e proprio culto.Il contesto storico in cui si inserisce il secondo concilio di Nicea è
il "rifiuto delle immagini", o "iconoclastia", che vedrà coinvolta la
Chiesa orientale ed in particolare la Chiesa imperiale di Costantinopoli per almeno un secolo.
Tra i Padri della Chiesa
non vi era unanimità di giudizio sulla liceità o meno della
venerazione delle immagini, e nemmeno sullo stesso significato delle
parole "venerazione" e "culto". Il Concilio Quinisesto (691-692)
proibì la rappresentazione simbolica di Gesù, la cui figura cominciava
ad apparire anche su oggetti che non avevano niente a che fare con il
culto e la liturgia, come per esempio sulle monete di Giustiniano II (685-695).
Nel corso di una grande riforma della Chiesa imperiale, Leone III (717-741) cercò di eliminare la venerazione delle icone facendo eliminare le icone stesse. Questo suo atteggiamento iconoclasta sollevò la reazione degli iconoduli (favorevoli al culto delle immagini), che ebbe come conseguenza una dura lotta che terminerà solo nell'843. L'imperatore costrinse il Patriarca di Costantinopoli Germano I, che chiedeva una decisione conciliare sul problema, a dare le dimissioni, ed al suo posto nominò Anastasio, che nel 730
firmò il decreto imperiale di abolizione delle icone da tutto l'Impero.
Favorevoli alle icone si mostrarono i monaci e il grande teologo Giovanni Damasceno. ...
Nessun commento:
Posta un commento